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lunedì 2 febbraio 2015

La Storia Degli Aerosmith: Dischi, Alcool e Droga

Gli Aerosmith si formano nel 1969 nel New Humpshire(Sunapee).
A Sunapee oltre al liceo, ai bar e a poche altre strutture c’è un lago, un’attrazione per turisti frequentata da famiglie che amano passare i loro periodi di ferie in un ambiente tranquillo e suggestivo.
Tra queste c’è la famiglia Tyler, che una volta l’anno lascia i sobborghi di Westchester County per trascorrere le ferie a Sunapee, nel New Humpshire.
Steven è un ragazzo molto problematico: ha dovuto affrontare più di un’espulsione da scuola e non sembra interessato a mettere la testa a posto.
La scuola e il lavoro non gli interessano, il suo unico interesse è il mondo della musica e il suo obiettivo quello di diventare una rockstar.
È proprio durante una vacanza a Sunapee che Steven incontra un chitarrista da cui rimane immediatamente impressionato.
Il suo nome è Joe Perry, diciannovenne di origini modeste che come Steven suona in band studentesche alla ricerca del successo, ed esattamente come Steven ha intenzione di formare una rock band per inseguire la fama.
È il 1969 e dall’incontro tra Steven Tyler e Joe Perry sono appena nati gli Aerosmith.
La band comincia a costruirsi intorno a questo duo e dopo circa un anno assume forma definitiva, con Joey Kramer alla batteria, Tom Hamilton al basso e Brad Withford alla chitarra ritmica.
Il gruppo decide di trasferirsi e prendere base nella vicina Boston, una grande città in cui forse troveranno la chance di raggiungere il loro sogno.
I componenti si stabiliscono in una common house in cui da subito il clima diventa infernale.
Festa dopo festa, il consumo di alcol e droga si fa sempre più intenso, rendendo la situazione e gli inquilini spesso totalmente fuori controllo.
La band in questa fase iniziale suona nei locali principalmente per vivere e mangiare, accontentandosi di compensi modesti e platee non proprio d’eccezione.
Si crea in questo modo una notevole base di fan che nella città di Boston cominciano ad apprezzare il talento che gli Aerosmith dimostrano nelle esibizioni dal vivo, con la loro grande capacità di coinvolgere il pubblico e impressionarlo con provocazioni che spesso vanno molto oltre il goliardico.


GLI ESORDI
Nel 1972, la band riesce a ottenere un’audizione con Clive Davis, leader della Columbia Records.
Il discografico si impegna ad ascoltare una loro esibizione a New York, per poi decidere se scritturarli o meno.
Per i ragazzi della periferia di Boston è arrivato il momento della svolta.
Gli Aerosmith mettono in scena uno spettacolo coi fiocchi, e Davis non ha dubbi sulla decisione di scritturarli con la Columbia e produrre il loro primo album.
Il disco che porta il nome della band(Aerosmith) esce nel 1973, ed è un flop colossale, nonostante al suo interno ci siano già alcuni lavori che in seguito diventeranno delle hit.
Il motivo del clamoroso fallimento del disco d’esordio inizialmente non trova spiegazioni nelle menti dei componenti.
Nel 1974 esce il secondo disco, chiamato “Get Your Wings”, che immediatamente diventa un successo.
Gli Aerosmith esplodono nel grande mercato discografico e raccolgono i risultati di due anni di tour interminabile, in cui si sono esibiti anche due volte al giorno.
Come per molti, con il successo arrivano anche gli eccessi: lo stile di vita di tutti i componenti è sfrenato e incontrollabile, proprio come si conviene per una rock band di livello mondiale.
Nonostante il grande successo nei live e nelle vendite di dischi, le cose all’interno della band non sembrano andare per il meglio.
Gli attriti tra i due leader, Joe Perry e Steven Tyler, si fanno sempre più aspri e compromettono in maniera sensibile il lavoro di tutti.
Il dualismo tra i due nasce dallo scontro tra due personalità molto diverse eppure incredibilmente vicine.
Da un lato c’è Tyler, che all’apparenza è un rockstar con il suo stile di vita e i suoi atteggiamenti provocatori, ma sottopelle nasconde un animo sensibile.
Dall’altro c’è Perry, un personaggio introverso che raramente viene immortalato mentre sorride, che però possiede al suo interno una forza e un anticonformismo senza eguali.


L'ELEVATO CONSUMO DI DROGA  ED ALCOOL
Nel 1975 gli Aerosmith decidono di affittare un’antica villa in cui andare a vivere insieme per produrre in tranquillità il nuovo album.
I membri della band sono continuamente coinvolti in liti furibonde e passano la maggior parte del tempo isolati nelle loro stanze, mentre il consumo di droghe e alcool inasprisce ancora di più la situazione.
C’è un aneddoto che il manager della band racconta sui bizzarri vestiti che indossava Steven Tyler durante gli show.
Questi ultimi erano spesso abiti lunghi e pieni di frange all’apparenza inutili, che però contenevano numerose tasche nascoste in cui Steven inseriva i narcotici da utilizzare nel bel mezzo dello show.
Per questa e tante altre pratiche del genere, nella seconda metà degli anni ’70 Steven e Joe si guadagnarono il malfamato soprannome di “gemelli tossici”.
Nel 1975 l'uscita di Toys In The Attic che ad oggi ha venduto circa 8 milioni di copie, portò la band al successo.
Il disco, contenente brani diventato poi classici come Sweet Emotion e Walk this Way, fu il primo del gruppo a raggiungere la top 20 negli USA.
Nel 1976 gli Aerosmith scrivono un'altra pagina della storia della musica Hard Rock, pubblicando Rocks, che arriva al 3º posto della classifica stilata da Billboard.
Quest'ultimo album viene considerato, da celebri artisti quali Slash dei Guns N' Roses, uno dei più grandi album di tutti i tempi, nonché grande fonte di ispirazione.
La fine di questa decade rappresenta però il punto più basso della carriera degli Aerosmith.
L’album che esce nel 1977, Draw The Line, arriva con un ritardo enorme rispetto agli accordi e dimostra enormi pecche di creatività.
Molti componenti dell’entourage della band ricordano di aver visto Steven e Joe chini di fronte a spartiti, registrazioni e altro materiale e di aver visto nei loro occhi lo sguardo di chi sapeva di non poter andare avanti così.
Nel 1979 esce Night In The Ruts, altro album così così.
Nel 1979, infatti, Joe Perry decide di lasciare il gruppo, esasperato da una situazione che sapeva di non poter più risolvere.
Per gli Aerosmith, che avevano appena assaggiato l’ebbrezza del successo, la festa sembra già finita.


STEVEN TYLER COLLASSA SUL PALCO(PORTLAND)
Con l’inizio degli anni ’80 il declino della rock band di Boston sembra essere ormai inevitabile.
Nel 1982 esce il settimo album in studio della band, Rock In A Hard Place, album duro con degli ottimi episodi ma che comunque non riporta ai fasti della metà degli anni settanta la band sia sotto il profilo di vendite che sotto il profilo compositivo.
Steven Tyler, perso il supporto di Joe Perry, affonda ancora di più nell’abuso di sostanze e porta la resistenza del suo corpo ai massimi limiti, e anche oltre.
Durante un concerto a Portland il frontman della band si accascia sul terreno nel bel mezzo dell’esibizione e non da più cenni di vita.
Attimi di panico tra il pubblico e gli addetti ai lavori, tutti o quasi convinti che Steven, da quel palco, non si alzerà più.
Il cantante sopravvive quasi per caso, ma non impara nulla da questa tragedia sfiorata, continuando a perpetuare il suo stile di vita senza alcun ritegno.
Intanto la band e le vendite discografiche calano a picco, così come si rivela infruttuoso il tentativo dell’ex chitarrista di formare un suo gruppo, il “Joe Perry Project”, che non riesce a produrre più di un album mediocre.


LE VECCHIE ABITUDINI NON MUOIONO MAI: REUNION E DROGA
Sempre nel 1982, però, accade l’inaspettato: Joe divorzia dalla moglie Alissa e incontra un’altra donna, Billie Montgomery, che a differenza di chi l’ha preceduta non sa nulla della storia di Joe e di quella degli Aerosmith.
È il 1984 quando Joe va a Boston insieme a Brad Whitford (il secondo chitarrista della band, che aveva abbandonato insieme a Perry).
 La destinazione è un concerto degli Aerosmith, o per lo meno di quel che ne resta.
Dopo lo show Steven e Joe si incontrano dopo quasi 5 anni, ma si sentono come se sia passato niente di più che qualche minuto. Il giorno seguente, durante un pranzo che rimarrà nelle menti di tutti e cinque, gli Aerosmith tornano alla loro formazione originaria e firmano con la Geffen Records per un nuovo tour e un nuovo album.
Nel 1985 esce “Done With Mirrors”, il nuovo album in studio.
Il disco si rivela però un flop clamoroso, e viene osteggiato dalla critica soprattutto sul lato stilistico e tecnico. Se le divergenze tra i membri si sono appianate, infatti, i problemi con la droga e l’alcol sono tutt’altro che risolti.
Lo sfrenatezza e l’abuso che fanno di qualunque sostanza porta gli Aerosmith a produrre un album che viene etichettato come “fatto da gente che vive al di fuori del mondo reale”.
Le cose non stanno andando per il verso giusto.
La band sa che per ritornare sull’altare della notorietà, e sa che per farlo ha bisogno del sostegno di Mtv, che in quegli anni dominava in maniera incontrastata i cancelli che separavano l’anonimato dalla fama. L’occasione arriva nel 1986, quando i Run DMC, rapper statunitensi, si incaponiscono sul riff di chitarra di “Walk This Way” degli Aerosmith, che hanno campionato e che stanno cercando di utilizzare per costruirci sopra un pezzo degno di nota.
Riuscirci sembra impossibile, quando dal management della rock band arriva una proposta indecente: perché non mettere i due gruppi insieme, e vedere cosa accade?
Il risultato è una vera e propria bomba, che su Mtv diventa il video di punta e sbaraglia tutte le classifiche mondiali, dando agli Aerosmith la seconda possibilità di diventare una delle band più importanti della storia del rock.


IL NUOVO COLLASSO SUL PALCO DI STEVEN TYLER(SPRINGFIELD)
Dalla seconda metà degli anni ’80 in poi, dal punto di vista musicale, non ci sono altro che successi ad attendere gli Aerosmith.
Quello che ancora non funziona è il rapporto con le droghe.
Il management decide di circondare tutti i componenti del gruppo di guardie del corpo assunte appositamente per evitare che i musicisti entrino in contatto con gli spacciatori.
La mossa si rivela inizialmente efficace, almeno fino a quando Steven non riesce ad eludere la sorveglianza e ottenere altri narcotici da utilizzare durante uno show.
Accade a Springfield, nell’Illinois, e in questa occasione Steven stramazza nuovamente sul palco arrivando ancora più vicino alla morte di quanto non fosse la volta precedente.


CENTRO RIABILITAZIONE
Il manager, dopo aver scampato per la seconda volta la morte del suo frontman, decide di mandarlo in riabilitazione.
Tyler ritorna dopo 45 giorni, sobrio, equilibrato e seriamente intenzionato a non cadere più nella spirale viziosa delle droghe.
La sua convinzione è talmente forte da spingere anche tutti gli altri membri della band a disintossicarsi, coscienti del fatto che se non smettono tutti insieme prima e poi le cose precipiteranno di nuovo.
Nel 1987 esce “Permanent Vacation”, da molti considerato il migliore album di sempre degli Aerosmith, che li avvia definitivamente verso il successo duraturo: da quell’anno fino a oggi la band ha prodotti altri 6 dischi di platino ed è stata inserita nella Rock’n’Roll Hall of Fame nel 2001, 25 anni dopo il loro primo disco.
A Permanent Vacation segue Pump nel 1989, che viene ancora più acclamato, andando a vendere circa 10 milioni di copie nel mondo.
Il successo non si ferma e, nel 1993, esce Get a Grip, che diventa il maggior successo commerciale nella carriera del gruppo con oltre 20 milioni di copie vendute nel mondo.
Tale successo è dovuto in particolar modo ad alcuni videoclip di promozione particolarmente azzeccati, in cui vengono lanciate la giovanissime ed emergenti Alicia Silverstone e Liv Tyler (figlia di Steven).
Successivamente, infatti, gli Aerosmith ritornano alla Columbia, con la quale pubblicano Nine Lives nel 1997.
L'album vede variare il tipico sound del gruppo, riconducendosi a sonorità più moderne e rafforzando la presenza di elementi Pop Rock, distinguendosi sempre più dai precedenti.
Segue l'album Just Push Play nel 2001, anch'esso sulla scia del precedente Nine Lives, lasciando perplessi i vecchi sostenitori del gruppo.
Neanche la critica accolse favorevolmente l'album: dove, infatti, Nine Lives presentava comunque diverse incursioni anche sul versante Hard Rock, in Just Push Play episodi di matrice più "dura" risultavano quasi nulli, facendo in un certo senso perdere agli Aerosmith stessi quella vena musicale che li aveva caratterizzati sin dagli esordi.
La band attirò nuovamente i favori di critica e pubblico nel 2004, con l'uscita di Honkin' On Bobo, un album composto da cover di artisti Blues/Blues rock degli anni settanta, contrapponendosi quindi al sound Pop del precedente lavoro.
Fu proprio questo ritorno alle sonorità classica del gruppo a convincere la massa di fans.
Nel 2012 invece esce Music From Another Dimension.


IL CONSUMO DI DROGHE
“Vi dico la verità, sono un dipendente di alcol e droghe ed è una lotta quotidiana” ha confessato il rocker.
“Ho avuto tutto nella vita, ma non me ne è importato. Ho fatto del male alla mia famiglia, ai miei figli e agli amici. E’ stato grazie ai programmi degli alcolisti anomimi se non ho perso tutto quanto, se smetti di frequentarli apri ad una ricaduta”.
Tyler ha cominciato a sperimentare droghe nel 1964: 20 anni dopo pesava a malapena 60 chilogrammi, quando entrò per la prima volta in riabilitazione.
“Non erano rehab, erano istituzioni mentali, le persone al mio fianco avevano i bavaglini al collo“.
Poi ha voluto ironizzare di quanto sia più capace a drogarsi piuttosto che ad esibirsi o comporre musica: “Devo mantenere la cosa sotto controllo“.
Tyler è riuscito a stare 5 anni lontano dalle droghe, prima di ripiombare nel tunnel e rischiare di compromettere definitivamente la carriera degli Aerosmith.
 Parlando della rockband, il batterista Joe Kramer, che si era sottoposto ad un’operazione al cuore, ammette di stare “meglio che mai”.
Era il 1975 e Tyler, allora 27enne conviveva con la fidanzata quattordicenne Julia Holcomb.
Julia rimase incinta e l’enturage degli Aerosmith convinse Tyler a farla abortire.
"Ero davvero in crisi. Per me era un momento importante, stavo costruendo un progetto di vita con una donna, ma ci convinsero che non avrebbe mai funzionato e che avrebbe rovinato le nostre vite".
I due si lasceranno convincere ed è proprio Tyler a descrivere il momento che segna la reale rovina della sua vita: «E’ semplice. Vai dal medico, si mette un ago nel ventre della mamma, e viene iniettato il veleno. Tu resti lì, a guardare. Poi tirano fuori il bambino, morto. Pochi minuti.
Ero devastato, nella mia testa continuavo a ripetere “Gesù, cosa ho fatto?”».
Il chitarrista degli Aerosmith, Ray Tabano, ricorda: «Tyler uscì stravolto da quell’esperienza. Era solo un ragazzo e il fatto di aver visto tutto, di avere vissuto tutto, lo distrusse».
Sebbene avesse già avuto esperienze con alcool e droga, è l’aborto della sua fidanzata a segnare l’inizio della degenerazione irreversibile della sua vita.
Inizia una relazione con una modella di Playboy, Bebe Buell, la quale è testimone del baratro in cui cade Tyler: «Era pazzo, sempre completamente ubriaco, più volte è stato capace di distruggere il camerino che gli assegnavano.
Un giorno tornando a casa l’ho trovato disteso in bagno completamente imbottito di droga.
Era distrutto dal dolore». La donna la ha abbandonato dopo essere rimasta incinta.
Nonostante avesse tutto quello che solitamente un uomo sembra sognare: donne, denaro e fama mondiale, nulla bastava: «Mi sono sniffato la mia Porsche, il mio aereo e la mia casa. Ho buttato via 20 milioni di dollari per colpa della droga. Nonostante negli anni 80 fossi uno dei cantanti più celebri e pagati al mondo, ero sempre senza soldi per via degli stupefacenti».
Tyler comunque dirà: "Devo ammettere che se non fosse stato per la cocaina, non credo che la band avrebbe suonato in ogni stato degli Stati Uniti per nove volte in sette anni (per un totale di oltre 3000 date).
"Ho fatto fuori 20 milioni. Mi sono sniffato la casa in un inferno di droghe e alcol. Se lasciato da solo, sarei morto chissà quante volte".
Tyler rivelò che lui e Perry nel 2007 non furono in grado di completare l'album che gli Aerosmith cercarono di registrare con il produttore Brendan O'Brien perché erano troppo fatti.
"Joe era fatto e non riusciva a suonare", ha detto il vocalist.
"E io proprio non riuscivo a cantare perché sniffavo di tutto".
Fu solo nel 2009, all'ottavo ricovero in clinica, che si decise a chiudere il capitolo.
Quando uno dei suoi figli lo guardò negli occhi, piangendo, e gli disse "papà, ieri sera eri così fuori che avevo davvero paura" Steven capì che era arrivata l'ora di cambiare.

“Quando ne esci ti rendi conto delle tante cose che non ricordi più. E’ come vivere anni e anni sul lato oscuro della luna, senza vedere quello che ti accade intorno. E la cosa triste è che alla fine ti ci abitui.”

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