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venerdì 1 agosto 2014

La Storia Dei Mysticum e Il Consumo Di Droga (In The Streams Of Inferno)

"Una band che probabilmente senza l'abuso di droghe non sarebbe mai diventata quello che fu"


Questa sentenza era un qualcosa di ciclico che ai tempi veniva associata ai Mysticum, band norvegese.
In realtà, sappiamo che non è proprio una novità il connubio droga/musica ma per i Mysticum assunse la connotazione di un qualcosa, oserei dire, leggendario. Quando parliamo di "successo" ci riferiamo sempre a band di culto o comunque underground. Non è che i Mysticum ebbero chissà quale ribalta, al di fuori del Black Metal.


STORIA DELLA BAND
I Mysticum furono una band leggendaria: una delle prime a mischiare il Black Metal con l'Industrial.
Nascono nel 1993, cambiando il loro monicker precedente, Sabazios.
Il terzetto è sempre stato composto da Robin “Mean” Malmberg(detto Dr.Best), vera mente del progetto e addetto ai campionamenti nonché bassista, Jhon Preben(meglio conosciuto come Cerastes), vocalist e chitarrista e l’attuale Prime Evil, chitarrista che nella sua carriera ha cambiato spesse volte il proprio nome (Necrocum, Svartavn e Ravn). Sarà subito saltato all’occhio che nei Mysticum manca la batteria. Robin Malmberg, infatti, preferì utilizzare una drum machine per il proprio gruppo, marcando così maggiormente l’aspetto tetro e freddo delle composizioni, ritmate in modo “disumano” dai synth marziali. Le chitarre di Cerastes e di Prime Evil spiccavano dunque su tutto, con suoni stridenti al limite dell’ascoltabilità; il “marcio” dei primordi del black metal in loro è fondamento.
I Mysticum pubblicarono un solo LP, il famoso In The Streams Of Inferno, datato 1996 ma ancora paurosamente attuale. Sono infatti molte le band Industrial, non solo di ispirazione Black, che sono debitrici di questo lavoro, le cui sonorità all’epoca fecero scalpore proprio per le innovazioni apportate al sound tipico del Black Metal. Precedentemente Malmberg e soci avevano mandato in stampa solo dei demo, più uno split con i connazionali Ulver, oggi vera chicca per collezionisti.


CONSUMO DI DROGA E I MESSAGGI NEI DISCHI
I  Mysticum hanno fatto della coerenza a tutti costi una loro bandiera, a partire dal messaggio veicolato: non solo Satana, ma anche una filosofia ben precisa che ben si integrava pienamente con lo spirito incarnato dal Black Metal ai tempi. La band non ha mai nascosto l'utilizzo di droghe pesanti e la loro lentezza compositiva derivava proprio dal fatto che si drogassero e bevessero.
Nel booklet di In The Streams Of Inferno infatti si legge la frase "Don't Control Drugs, Let Them Control You!", citazione di una campagna propagandistica che mirava alla legalizzazione di tutte le droghe per favorire l’estinzione degli esseri umani che ne facevano uso, considerati dai sostenitori di questa corrente di pensiero come creature deboli e quindi meritevoli di morire soggiogati dal loro stesso vizio. In un promo uscito qualche anno prima, dietro la cover si leggeva "Never Stop The Madness" messaggio che incoraggiava l'utilizzo delle droghe pesanti.
Non solo, si vedevano le facce allucinate dei membri della band, riferimenti all'eroina ed incitazioni ai fans ad inviare loro qualsiasi tipo di droga.


L'UNICO FULL: IN THE STREAMS OF INFERNO (1996)
In The Streams Of Inferno è un album di gelida potenza, diretto quanto basta per capire che i Mysticum non hanno mai aspirato a legarsi con le major per vedere nei negozi il loro lavoro(uscì con l’etichetta underground Full Moon e non con la più famosa label francese Osmose).
Tra l’altro gira voce che prima ancora i tre norvegesi avessero preso accordi con la Deathlike Silence, etichetta indipendente di Euronymous, leader dei Mayhem. Tuttavia i fatti di sangue che coinvolsero lui e Varg Vikernes non permisero ciò. Suono marziale, vocals sataniche (si notano effetti di saturazione), disumane e psicopatiche. Ritmiche artificiali e keys agghiaccianti. Il tutto aiutato anche dalla drum machine in grado di riprodurre ritmiche marziali ed inumane.
L'inizio è affidato all'intro "Industries Of Inferno", che si snoda tra rumori di macchine pesanti e un'atmosfera altrettanto plumbea, per poi iniziare a fare sul serio con il beat marziale e quasi ipnotico di "The Rest", che si stempera in un rallentamento veramente efficace per poi riprendere a tutta velocità, il tutto ripetuto un paio di volte. "Let The Kingdome Come" è simile a "The Rest", dal momento che si snoda in maniera simile. E' un grido lacerante ad aprire "Wintermass", che offre sin da subito un tempo meno esasperato. Si tratta di un buon brano, più oscuro dei precedenti, anche per la maggior pesantezza delle chitarre, che lascia poi spazio all'ottimo "Crypt Of Fear", sicuramente uno dei migliori dell'album. L'apertura di questo pezzo è tutta di sintetizzatore, che riproduce una sirena e che genera un'atmosfera decisamente cupa e, in virtù dell'elevata ripetizione, anche ipnotica, tant'è che il vero attacco del brano fa quasi fare un salto sulla sedia. I beat sono più ritmati e le chitarre fanno il solito, ronzante, rumore. Ovviamente il sintetizzatore si fa risentire lungo il brano, con un coro e qualcos'altro che sembra una campana. "Where The Raven Flies" ha il riff più Black e l'incedere più possente di tutto l'album. Altro ottimo episodio, sicuramente gradito ai fan di certa old school anni '90.
In chiusura abbiamo "In Your Grave", che è un ottimo riassunto di quanto abbiamo ascoltato finora e l'Outro atmosferico "In the Last Of The Ruins We Search For A New Planet", che suggerisce il titolo del secondo album della band, quel famigerato "Planet Satan" che, ad oggi, non ha ancora visto la luce.
Le 3000 copie del disco andarono a ruba in poco tempo, dando vita a un culto che questo gruppo ha saputo coltivare negli anni prendendo parte a diverse collaborazioni ma non pubblicando altri album; i Mysticum infatti in diverse interviste hanno sempre sostenuto che non era loro intenzione mandare alle stampe lavori solo per ragioni discografiche e che se di altro disco si fosse parlato lo si sarebbe fatto solo in virtù della loro volontà. Il disco poi fu ristampato dall'Avantgarde Music.

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