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giovedì 7 agosto 2014

Gli Eagles e Il Testo Satanico Di Hotel California

Gli Eagles si sono formati sotto la guida e secondo gli insegnamenti dell'occultista statunitense di origine peruviana Carlos Castaneda(1925-1998) e dello sciamano indiano Don Juan.
Il deserto di Mojave fu la loro scuola ed essi decisero di prendere il nome di uno degli spiriti più invocati dagli indiani Cosmos: "eagle" (l'aquila).
Durante lunghe notti insonni, con l'ausilio della tequila e del peyote (una droga allucinogena), i giovani musicisti compnevano le canzoni.
La cosa è stata confermata dal loro stesso manager Larry Solters che  ha dichiarato:«Il gruppo porta il nome Eagles ("Aquile") dallo "spirito"invocato degli indiani Cosmos.
Molte loro canzoni sono state scritte sotto l'influenza della mescalina e fondate sugli insegnamenti di Carlos Castaneda, sotto la cui direzione il gruppo si è formato»


HOTEL CALIFORNIA
Sicuramente il brano più famoso degli Eagles, almeno in Italia, con un arpeggio iniziale di chitarra acustica (che nella versione unplugged del 1994 diventa spagnoleggiante) e un testo quantomeno ambiguo.
L'album a cui dà il titolo è uno dei più venduti di tutti i tempi negli U.S.A. e il pezzo è diventato un classico un po' ovunque.
Gli Eagles, scioltisi nel 1981, hanno registrato un unplugged per MTV nel 1994 riscuotendo un successo tale da farli riuinire per una tournée da tutto esaurito negli States, dopodichè ognuno per la sua strada, come prima.
Su una musica tranquilla e avvolgente si svolge la storia agghiacciante di un viaggiatore che di notte su una strada buia vede in lontananza lo scintillio delle luci di un bellissimo albergo (l'Hotel California per l'appunto) e decide di fermarsi per la notte.
Lo accolgono un "warm smell of colitas" che Don Henley, membro della band e compositore della canzone (insieme a Glenn Frey) definì anni dopo come un "inebriante fiore del deserto" (anche se la leggenda dice che "colitas" è il nome che viene dato alla cannabis presso certe popolazioni) e una bellissima donna che, le parole lasciano intuire, si dia a riti orgiastici.
Nella parte finale della canzone si trova la strofa "incriminata" che ha fatto nascere la leggenda che la canzone facesse riferimento al satanismo: "Mirrors on the ceiling, the pink champagne on ice
And she said 'We are all just prisoners here, of our own device'
And in the master's chambers, they gathered for the feast
They stab it with their steely knives, but they just can't kill the beast" che tradotto suona come (Specchi sul soffitto, champagne nel ghiaccio, e lei disse: siamo tutti prigionieri qui dei nostri capricci. E nella camera del padrone si sono raccolti per il banchetto lo trafiggono con i loro coltelli in acciaio ma non possono uccidere la bestia).
La bestia è anche uno dei nomi che per antonomasia vengono utilizzati per indicare il Demonio.
Nella parte finale il viaggiatore, impaurito cerca di fuggire ma il portiere di notte gli dice che da quell'albergo, sebbene possa pagare quando vuole non se ne potrà mai andare.
Sulla canzone sono state fatte diverse congetture.
Qualcuno arrivò addirittura a sostenere che l'Hotel California fosse un luogo realmente esistente, un manicomio criminale , altri sostennero che fosse un vero Hotel gestito da cannibali, altri ancora che fosse una metafora del cancro.
Gli Eagles hanno per anni mantenuto il segreto sul significato reale della canzone, forse anche per motivi di marketing, tuttavia, pochi anni fa hanno sciolto il velo e spiegato il vero siginificato della canzone.
Don Henley l'ha definita come "un'allegoria dell'edonismo e dell'auto-distruzione dell'industria musicale della California del sud nella fine degli anni settanta" cioè l'interpretazione degli Eagles della bella vita a Los Angeles" e in seguito ha replicato "é essenzialmente una canzone sull'oscura vulnerabilità del sogno americano, che é qualcosa che conosciamo bene".
In quel periodo gli Eagles erano in preda di alcol e droga e dichiararono che si trattava di una metafora della schiavitù da stupefacenti.
Ma forse non era tutto qui.
Ci fu chi iniziò a studiare la copertina dell'album omonimo, e a far scorrere la canzone al contrario. Ascoltando all'inverso il brano, alla fine si odono distintamente tre frasi: "The evil thing named blister" (la cosa cattiva chiamata vescica), "Are you playing the end with the scanner?" (stai suonando la fine attentamente?) e "Oh, his own wise self and his magic self" (oh, la sua stessa sapienza, la sua stessa magia).
Enigmatico? E allora occhio alla copertina: all'interno, in una finestra si affaccia una testa rasata.
Qualcuno disse che si trattava di Anton Lavey, fondatore della Chiesa di Satana a San Francisco, in California Street.
E non sono due diavoli quelli che spuntano a destra, nella foto di gruppo all'interno?



TESTO
Su una buia autostrada deserta
Il vento freddo sui capelli
L'odore caldo di colita 3, saliva nell'aria
In distanza
Vidi una luce brillante
La testa mi si appesantiva, la vista mi si offuscava
Mi dovetti fermare per la notte
Lei stava là alla porta
Sentii la campana della missione
E pensai
Questo potrebbe essere il paradiso o l'inferno
Poi accese una candela e mi mostrò la strada
Alcune voci si sentivano nel corridoio
Pensai di averle sentite dire
Benvenuto all'Hotel California
È così bello questo posto
È così bello questo viso
È pieno di stanze all'Hotel California
In ogni momento dell'anno
Lo puoi trovare qui
Lo puoi trovare qui
La sua mente è malata come mussola di seta contorta
Lei ha la Mercedes bends
E tanti bei ragazzi
Che chiama amici
Come loro danzano in cortile
Dolce dolce estate
Qualcuno danza per ricordare
Qualcuno danza per dimenticare
Allora io chiamai il Capitano
Per favore portami il vino
Disse
Non abbiamo più avuto quello spirito dal 1969
E ancora quelle voci che chiamano da lontano
Che ti svegliano nel cuore della notte
Giusto per sentirle dire
Benvenuto all'Hotel California
È così bello questo posto
È così bello questo posto
È così bello questo viso
Loro vivono all'Hotel California
Che bella sorpresa
Porta i tuoi alibi
Specchi sul soffitto
Champagne rosa nel ghiaccio
E lei disse
Siamo tutti prigionieri qui
Del nostro stesso piano
E nella camera del padrone
Essi si sono radunati per la festa
E colpiscono con i loro coltelli d'acciaio
Ma non riescono proprio ad uccidere la bestia
L'ultima cosa che ricordo
È che stavo correndo verso la porta
Dovevo ritrovare il passaggio verso il posto dove ero prima
Rilassati disse l'uomo del bottino
Siamo programmati a ricevere
Puoi pagare ed andartene ogni volta che vuoi
Ma non potrai mai veramente andartene.

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